sabato 11 ottobre 2014

Run Away

Sei sicura di volerlo fare? 

Prometti che non glie lo dirai prima che faccia giorno?

Promesso... Abbi cura di te.

Abbraccio Molly sbrigativa, sussurro un 'grazie' tra le labbra, lei mi ascolta ma non parla. Tiro su la zip della felpa fino al collo, alzo il cappuccio, copro i capelli neri, e finalmente osservo Horyzon che si staglia al di la dello spazioporto, la sua fiumana di gente e auto, viste da li così incredibilmente piccole e insignificanti formiche laboriose che riempiono le strade.
Raccolgo il mio borsone, tanti anni di viaggio e non mi ha mai abbandonata. Quando sono partita avevo con me solo la disperazione e l'amore con cui Will proteggeva entrambi, adesso che torno a casa ho un bagaglio in più e tante emozioni in meno. Dovrei provare sensi di colpa, paura, tristezza...eppure è il sollievo quello che sento.
Scendo dalla nave senza voltarmi indietro lasciando il passato ale spalle e Will che dorme tranquillo immaginandomi al suo fianco come sempre. Potrei rimanere con lui, per sempre, ma vado via.


Perchè fuggi?

Rowan mi stringe tra le sue braccia in quel letto che è troppo grande anche per uno come lui. Mi accarezza le spalle mentre io, in silenzio, riposo sul suo petto lasciandomi cullare dal battito del suo cuore. Sappiamo entrambi che presto andrà di nuovo via, nonostante le promesse, nonostante l'anello, nonostante la morte di sua figlia.

Vieni con me, sposiamoci, quella casa sull'albero che sognavamo... non è troppo tardi Sugar, lascia la Shouye, fuggi con me. Saremo una famiglia.. ci saranno altri bambini...


Il cuore mi si blocca, la gola viene stretta in una morsa che mi impedisce di respirare ed io avverto il dolore persistente di una tragedia che non può essere sostituita come un paio di scarpe. Osservo Rowan come se lo vedessi per la prima volta. Ancora sollievo, rassicurante compagno di una vita passata a fuggire.


Credo che dovresti andare, Rowan. Il mio posto è qui.



Perchè fuggi?

Sharon mi guarda in attesa di una risposta. Ti amo, mi dice. Ti amo, vorrebbe che le dicessi. La mia mente analizza varie risposte, nessuna sembrerebbe essere quella giusta, non certo 'anche io mi amerei'. Mi limito ad osservarla, un lungo sguardo, la mia amante attende.



Provo qualcosa di molto forte per te.

Non è la risposta che stava aspettando, non le piace, si maledice. Lo sapeva, aggiunge, mi chiede se l'ho fatto solo per la posizione che ricopre. Rispondo di no. Lei non riesce a calmarsi, ha il cuore a pezzi di chi ha puntato tutto e non ha ricevuto in cambio nulla. 

Lasciami sola.


Mi alzo alla sua richiesta, mi sento quasi sollevata, sollevata dalla verità che ho potuto dirle, sofferente per non riuscire a provare quello che vorrebbe. Magari, un giorno, sarà lei ad insegnarmi cosa vuol dire amare.


Perchè fuggi?

Quando incontro Eddie al parco dopo così poco dal nostro ultimo incontro so, ne ho la certezza schiacciante, di aver fatto un passo più lungo della mia stessa gamba. Mi aspettavo il suo sguardo indagatore, offeso, ferito, quello che avrebbe gelato il fuoco, invece no, non chiede spiegazioni, si limita a scuotere la testa. 

Mi sono svegliato, non c'eri. Direi che il messaggio è stato chiaro.

Non è arrabbiato. Mi conosce più di quanto io stessa voglia. è come se nemmeno i miei pensieri rimangano nascosti in sua presenza. Vorrei dirgli tante cose, che scappare è stata la scelta sbagliata, che l'ho fatto per Jordan -rifilandogli una bugia- nascondendo, invece, quanto io sia stata combattuta prima di andare via, prima di lasciarlo li quando il mio corpo e la mia mente non avrebbero chiesto altro che restare. Quando ho varcato quella soglia uscendo dal mio stesso appartamento ho provato sollievo.


Perchè fuggi?

Non fuggire via da me.


Gustav mi tiene le mani, la sua non è una richiesta, è una supplica. Nicole mi scrive che tornerà, che non ha intenzione di mollarmi nemmeno se fossi io stessa a chiederglielo ed io vorrei difendere entrambi da ciò che sono, non vogliono. L'intervista è ormai andata, un ricordo che non può essere modificato, Pasha è morto, non sono più stata venduta, non rischio più nulla, adesso posso andare. 
Owen mi abbraccia dopo ore passate a parlare e a bere, sento il suo respiro caldo sulla nuca mentre riposa cullato da Morfeo lasciandomi ad un'altra notte insonne. Non lo sa ma ho preparato il mio borsone, il mio compagno di viaggio, contiene il minimo indispensabile ma me lo farò bastare.
Scosto la mano di Owen dai miei fianchi e la poggio delicatamente sul materasso mentre scivolo via per infilare una  maglietta e un pantalone, è quasi ora.
Mi avvio verso la porta recuperando il bagaglio, esco di casa e so che alla fine del vialetto, sulla sua moto nera, Will mi attende. 

Sapevo che saresti tornata da me.


La sua rabbia violenta, il suo odio e quell'amore malsano che riversa su di me si fanno strada nella mia mente. Non ho paura, io provo i suoi stessi sentimenti. Mi offre la mano per aiutarmi a salire, per un momento tentenno, mi manca qualcosa. Ci impiego poco ad accorgermene, il sollievo, quello che ho sempre provato fuggendo non c'è. Non riesco a comprenderne la motivazione, poi mi volto verso casa e capisco. 

Non posso più venire.


Un lampo furioso che tanto conosco brilla nei suoi occhi. Un giorno sconterò le mie pene per averlo abbandonato, per essere fuggita via lasciandolo solo con un pugno di promesse non mantenute ma quel giorno è ancora lontano.

Non resterai li per sempre. Fuggirai di nuovo, piccolo fiore, e spezzerai il cuore ai tuoi amici, lo sappiamo entrambi.

Lo so, ma non adesso. Hanno puntato troppo su di me.


Non cerco di convincerlo del contrario, di dirgli che invece resterò qui, su Horyzon, che non fuggirò di nuovo, vorrebbe dire mentire e con lui non ha mai funzionato.
Rientro con il borsone in casa, ritorno sul letto, Owen non si è mosso.
La sensazione che stavo cercando poco prima compare debole nella mia mente non appena lo osservo: questa volta il sollievo non è la fuga.

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