venerdì 31 ottobre 2014

Black Heart

Black, black heart why would you offer more

L'immagine di Owen rannicchiato contro la parete nella sua stanza illuminata come se fosse mattina mi perseguita ormai da qualche ora. Non sono riuscita ad addormentarmi, non ci riesco mai. La nausea mi assale quando meno me lo aspetto ed io maledico ogni singolo goccio di vino che ho bevuto e che non riesco più a sopportare, eppure, senza di esso, non riuscirei a reggere tante altre cose. Ogni volta che chiudo gli occhi quell'immagine spaventosamente reale si confonde con altre meno nitide ma più dolci: una mansarda, un cerchio di sale, un nastro rosso e fili d'erba, fili d'erba che ogni volta che sfioro diventano di fuoco e bruciando mangiano la mia pelle. Riapro gli occhi, e l'immagine di Owen rannicchiato torna a perseguitarmi, o forse è quella di Nicole?
Mi rigiro e mi metto seduta sul letto sfibrata dall'insonnia e dal dolore, lui dorme finalmente, o almeno ci prova, mi ci è voluto parecchio per farlo crollare. Si agita nel sonno, vorrei proteggero anche li, ma non posso, non riesco a salvarlo nemmeno da me stessa. Il mio cortex vibra, mi alzo per raccoglierlo, leggo il nome e per un momento non vorrei rispondere, ma alla fine cedo. Abbandono completamente Owen in favore delle vetrate, apro la finestra e la oltrepasso, l'erba fresca mi provoca un brivido che sale lungo il corpo.


Why would you make it easier on me to satisfy
Sugar!

La voce di Rowan arriva dritta dritta alle mie orecchie come se fosse una doccia ghiacciata. Da quanto non rispondo ad una sua chiamata?

Ehi..

Da troppo.. da quando quella piccola anima è morta ed io l'ho cacciato dalla casa bianca con il pavimento nero.

Che bello risentirti, pensavo che non...

Dimmi.

Sono in città, pensavo che una sera di queste... mi manchi, Sugar, non hai mai fatto così, ci eravamo fatti una promessa, ricordi?

Abbasso gli occhi su di un anello che non c'è più, su di un cuore blu che vive solo nella mia mente. Ultimamente le promesse si sprecano e romperle è facile quasi quanto farle. Quella soddisfazione rassicurante che provai nel vederlo andare via è sepolta nel mio cuore e nella mia mente ricordandomi che, infondo, volevo proteggere me, volevo proteggere lui, volevo proteggere entrambi.


I'm on fire, I'm rotting to the core

Non puoi più essere nemmeno un cliente, Raggio di Sole. Scusami, ora devo andare.

Riattacco la telefonata, la mia fiducia in lui è andata a farsi benedire da un po, quando una convivenza nascosta mi ha costretta a tagliare completamente i ponti. Come può qualcuno che è in grado di scoprire la verità lasciarsi ingannare da una bugia? Per un momento ho voglia di urlare, fuggire, piangere, qualsiasi cosa pur di liberarmi da questo peso, ma invece non faccio nulla, mi tengo i miei pensieri e il mio cuore ferito che resta silente nel mio petto.
Il tradimento è un tarlo costante nella mia mente, ha strappato via l'ultimo barlume di speranza e di fiducia verso gli altri mentendomi, a discapito di chi, invece, è sincero e cerca di combattere il mio non voler essere amata.
Ritorno in camera, dalle lenzuola la mano destra di Owen fa capolino e con essa il tatuaggio "Light shall shine..", abbozzo un sorriso, titubante, insicuro - Out of darkness - mi scopro a mormorare. Ho promesso davanti agli dei.

I'm eating all your kings and queens

Nicole è stata picchiata in lavanderia, mi ha detto Owen, ha sofferto, ha paura del buio ed io,  paradossalmente, ho paura di lei, dei suoi occhi, di quel sorriso che nonostante le botte riaffiora sempre e della sua anima che infondo è sempre stata pura, molto più della mia.
Mi torna in mente Jordan, il suo profumo, che darei per riabbracciarla anche solo per un attimo - tu sai di buono - mi dice, me lo ripete sempre - hai avuto le palle di raccontare tutto a quel giornale - ad avercele avute, le palle, mio padre si sarebbe fermato alla prima violenza.
Nicole, Jordan, Gustav.. fantasmi in una lattina sulla quale non posso più mettere piede, dove a regnare indisturbata c'è Sharon. Quella stessa Sharon che mi dice che le manco e che manca anche a me, ma in maniera differente. Improvvisamente tutte le nostre discussioni, le gelosie, le ripicche, mi sembrano incredibilmente futili.

Perchè non puoi semplicemente dire di no?

Vorrei gridarlo, vorrei far rimbalzare questa domanda contro Owen pur di ottenere una risposta che so già che non mi piacerebbe, che sarebbe quella sbagliata per me.
Noi accompagnatrici siamo le amanti del crepuscolo, quando il sole cala e la notte comincia ad allungare le proprie ombre buie nascondendo le verità scomode avvolgendole con la propria oscurità, siamo li, segreti da celare al mondo intero.
Ma io ho promesso davanti agli dei, resterò qui, non fuggirò di nuovo... in una luce che brillerà oltre l'oscurità, e mentre me lo ripeto torno a letto, accanto a lui. Qualunque cosa accada.


All your sex and your diamonds



domenica 19 ottobre 2014

Out of darkness

Safeport

Non ho mai amato il buio, mi ricorda la mia camera, quando ero bambina, e attendevo l'arrivo di mio padre con la stessa paura di chi si aspetta di vedere un mostro uscire da sotto al letto.
Non ho mai amato il buio e tutt'ora continuo ad odiarlo.
La jeep salta ad ogni buca che incontra su quella strada poco asfaltata nascosta al mio sguardo. La voce di Klaus cerca di essere rassicurante quando mi dice di essere quasi arrivati, eppure la benda sui miei occhi mi fa sentire inerme, troppo.
Buio anche in questa casa, mentre avanzo nel corridoio con il solo aiuto del crucco che mi impedisce di cadere. Poi una voce, quella di Philip, demoralizzata e sofferente, e poi delle braccia, quelle di Hoggs che mi stringono dopo tanto tempo di assenza, un abbraccio che non ricambio ancora immersa in quel buio che mi impedisce di tranquillizzarmi.
Una mano afferra la mia destra, un'altra mi cinge la vita. Un tango che ho già fatto, che ho già ballato un tempo, un tempo talmente lontano che sembrerebbe non essere mai esistito.
Klaus leva la benda e davanti ai miei occhi il volto di Lars prende forma, un volto diffidente ma allo stesso tempo sollevato.
Vuole un aiuto da me, io voglio delle risposte e alla fine della serata nessuno dei due ha ottenuto molto più di quanto non avesse già.
Comincio a credere che quello che c'è stato sia stato solo un sogno, nient altro eppure mi sorprendo a sperare che non sia così.

Era la mia famiglia.

Era...allora perchè sei venuta qui?

Philip me lo chiede e vuole una risposta, potrei dirgli milioni di cose, potrei dirgli che una famiglia si protegge, che una famiglia si perdona, ma a dire la verità non posso farlo, non finchè non avrò avuto la mia verità, opto per la risposta più sincera che riesco a trovare.

Perchè non posso comunque smettere di volergli bene.



Seven Hills

E vorrei imparare ad imitarti, a fare del male come sai.

Altra sera, il buio mi avvolge comunque ma questa volta non è una benda a coprirmi gli occhi, questa volta è tutto quello che succede intorno a me. Il Core sotto attacco, l'edificio della Blue Sun in pezzi, New London...persone, volti, nomi, voci, si rincorrono nella mia mente, eppure io sono lontana, in una camera d'albergo con Owen che mi urla contro, che mi urla contro per Sharon, ovviamente, Sharon che ha picchiato Nicole, che non ha retto nuovamente allo stress di un nostro litigio e che ancora una volta ha calcato la mano sulla violenza di cui è capace prendendosela con chi non c'entrava nulla. Sharon che io non posso perdonare.
Ma Owen continua a buttarmi addosso una frustrazione che ormai si porta dietro da mesi ed io, io, io vorrei solo fuggire, di nuovo.

Correrei a salvarti, correrei a parlarti, a consolarti, niente più dolore
Correrei a fermare il tempo e con lui le sue torture

Sai qual'è il problema, in realtà? Fai sentire ognuno.. speciale. La dove la maggioranza crede che tu tenga lontane le persone perchè non ti interessa, in realtà è il contrario.. ti interessano. Tutti. Solo che nessuno sa degli altri... eppure tutti, allo stesso tempo, lottano per te e credono, ingenuamente, di essere gli unici a farlo per la tua vita. Per la tua fiducia ed il tuo affetto. Io non ti ho mai chiesto niente, Daphne. Non ti ho mai chiesto di essere mia per sempre, non ti ho mai chiesto di amarmi ne di essermi devota. Non ti ho mai chiesto di sacrificare qualcosa per me. E questo, te lo dico sinceramente, mi ha fatto credere di essere l'unico. Non nella visione romantica di ciò che dovrebbe significare. Mi hai avvicinato, più che altro, all'idea di una famiglia. Il branco. Ma tu non sei la Lupa del mio branco: lo sei di molti altri. Perchè in tanti ti venerano, in tanti ti adorano. Ma quante di queste persone ti vuole bene, D.? Bene davvero?

Penserei ad un male che non ci ferisca mai
Penserei ad una scusa che non ti deluda mai

Per un attimo ho paura, ho paura che vada via, che scivoli dalle mie mani come sabbia. Eppure dovrei essere felice, era questo che volevo, allontanarlo, mandarlo via da me e non farlo più tornare, ma ora che sono in bilico sul filo di un rasoio vorrei solo afferrarlo.
Le sue parole sono pugnalate al cuore, violenti affondi che mi fanno mancare il fiato e sanguinare, ma sono solo la diretta conseguenza delle mie, che tante volte l'hanno ucciso.
Costringo il mio istinto a morire, costringo il mio istinto a rimanere fermo, immobile, a spegnere la sua fiamma, questa volta deve andare via, questa volta io non lo fermerò.
Ma lui non va via, lui resta, resta questa notte come ha fatto in passato, resta ancora, e ancora...resta con me ed io con lui come due anime che si fanno compagnia.

Correrei da te e ti stringerei senza scappare mai più


Until the day I die.




sabato 11 ottobre 2014

Run Away

Sei sicura di volerlo fare? 

Prometti che non glie lo dirai prima che faccia giorno?

Promesso... Abbi cura di te.

Abbraccio Molly sbrigativa, sussurro un 'grazie' tra le labbra, lei mi ascolta ma non parla. Tiro su la zip della felpa fino al collo, alzo il cappuccio, copro i capelli neri, e finalmente osservo Horyzon che si staglia al di la dello spazioporto, la sua fiumana di gente e auto, viste da li così incredibilmente piccole e insignificanti formiche laboriose che riempiono le strade.
Raccolgo il mio borsone, tanti anni di viaggio e non mi ha mai abbandonata. Quando sono partita avevo con me solo la disperazione e l'amore con cui Will proteggeva entrambi, adesso che torno a casa ho un bagaglio in più e tante emozioni in meno. Dovrei provare sensi di colpa, paura, tristezza...eppure è il sollievo quello che sento.
Scendo dalla nave senza voltarmi indietro lasciando il passato ale spalle e Will che dorme tranquillo immaginandomi al suo fianco come sempre. Potrei rimanere con lui, per sempre, ma vado via.


Perchè fuggi?

Rowan mi stringe tra le sue braccia in quel letto che è troppo grande anche per uno come lui. Mi accarezza le spalle mentre io, in silenzio, riposo sul suo petto lasciandomi cullare dal battito del suo cuore. Sappiamo entrambi che presto andrà di nuovo via, nonostante le promesse, nonostante l'anello, nonostante la morte di sua figlia.

Vieni con me, sposiamoci, quella casa sull'albero che sognavamo... non è troppo tardi Sugar, lascia la Shouye, fuggi con me. Saremo una famiglia.. ci saranno altri bambini...


Il cuore mi si blocca, la gola viene stretta in una morsa che mi impedisce di respirare ed io avverto il dolore persistente di una tragedia che non può essere sostituita come un paio di scarpe. Osservo Rowan come se lo vedessi per la prima volta. Ancora sollievo, rassicurante compagno di una vita passata a fuggire.


Credo che dovresti andare, Rowan. Il mio posto è qui.



Perchè fuggi?

Sharon mi guarda in attesa di una risposta. Ti amo, mi dice. Ti amo, vorrebbe che le dicessi. La mia mente analizza varie risposte, nessuna sembrerebbe essere quella giusta, non certo 'anche io mi amerei'. Mi limito ad osservarla, un lungo sguardo, la mia amante attende.



Provo qualcosa di molto forte per te.

Non è la risposta che stava aspettando, non le piace, si maledice. Lo sapeva, aggiunge, mi chiede se l'ho fatto solo per la posizione che ricopre. Rispondo di no. Lei non riesce a calmarsi, ha il cuore a pezzi di chi ha puntato tutto e non ha ricevuto in cambio nulla. 

Lasciami sola.


Mi alzo alla sua richiesta, mi sento quasi sollevata, sollevata dalla verità che ho potuto dirle, sofferente per non riuscire a provare quello che vorrebbe. Magari, un giorno, sarà lei ad insegnarmi cosa vuol dire amare.


Perchè fuggi?

Quando incontro Eddie al parco dopo così poco dal nostro ultimo incontro so, ne ho la certezza schiacciante, di aver fatto un passo più lungo della mia stessa gamba. Mi aspettavo il suo sguardo indagatore, offeso, ferito, quello che avrebbe gelato il fuoco, invece no, non chiede spiegazioni, si limita a scuotere la testa. 

Mi sono svegliato, non c'eri. Direi che il messaggio è stato chiaro.

Non è arrabbiato. Mi conosce più di quanto io stessa voglia. è come se nemmeno i miei pensieri rimangano nascosti in sua presenza. Vorrei dirgli tante cose, che scappare è stata la scelta sbagliata, che l'ho fatto per Jordan -rifilandogli una bugia- nascondendo, invece, quanto io sia stata combattuta prima di andare via, prima di lasciarlo li quando il mio corpo e la mia mente non avrebbero chiesto altro che restare. Quando ho varcato quella soglia uscendo dal mio stesso appartamento ho provato sollievo.


Perchè fuggi?

Non fuggire via da me.


Gustav mi tiene le mani, la sua non è una richiesta, è una supplica. Nicole mi scrive che tornerà, che non ha intenzione di mollarmi nemmeno se fossi io stessa a chiederglielo ed io vorrei difendere entrambi da ciò che sono, non vogliono. L'intervista è ormai andata, un ricordo che non può essere modificato, Pasha è morto, non sono più stata venduta, non rischio più nulla, adesso posso andare. 
Owen mi abbraccia dopo ore passate a parlare e a bere, sento il suo respiro caldo sulla nuca mentre riposa cullato da Morfeo lasciandomi ad un'altra notte insonne. Non lo sa ma ho preparato il mio borsone, il mio compagno di viaggio, contiene il minimo indispensabile ma me lo farò bastare.
Scosto la mano di Owen dai miei fianchi e la poggio delicatamente sul materasso mentre scivolo via per infilare una  maglietta e un pantalone, è quasi ora.
Mi avvio verso la porta recuperando il bagaglio, esco di casa e so che alla fine del vialetto, sulla sua moto nera, Will mi attende. 

Sapevo che saresti tornata da me.


La sua rabbia violenta, il suo odio e quell'amore malsano che riversa su di me si fanno strada nella mia mente. Non ho paura, io provo i suoi stessi sentimenti. Mi offre la mano per aiutarmi a salire, per un momento tentenno, mi manca qualcosa. Ci impiego poco ad accorgermene, il sollievo, quello che ho sempre provato fuggendo non c'è. Non riesco a comprenderne la motivazione, poi mi volto verso casa e capisco. 

Non posso più venire.


Un lampo furioso che tanto conosco brilla nei suoi occhi. Un giorno sconterò le mie pene per averlo abbandonato, per essere fuggita via lasciandolo solo con un pugno di promesse non mantenute ma quel giorno è ancora lontano.

Non resterai li per sempre. Fuggirai di nuovo, piccolo fiore, e spezzerai il cuore ai tuoi amici, lo sappiamo entrambi.

Lo so, ma non adesso. Hanno puntato troppo su di me.


Non cerco di convincerlo del contrario, di dirgli che invece resterò qui, su Horyzon, che non fuggirò di nuovo, vorrebbe dire mentire e con lui non ha mai funzionato.
Rientro con il borsone in casa, ritorno sul letto, Owen non si è mosso.
La sensazione che stavo cercando poco prima compare debole nella mia mente non appena lo osservo: questa volta il sollievo non è la fuga.