sabato 15 marzo 2014

Il demone volpe

Da noi esistono i Kitsune, i demoni volpe... sono in grado di cambiare aspetto all'occorrenza.


è tardi, è notte fonda ed io sono sul divano, al buio, solo la luce della strada che entra dalle vetrate mi permette di osservare la porta d'ingresso, nella mia mano destra, avvolta in una benda macchiata di sangue come la gemella, un bicchiere di scotch, lo stesso che Shaitan beve ogni sera; ho sempre odiato questo liquore, lo dimostra il fatto che il resto della bottiglia sia rovesciato per terra tra i cocci di vetro della bottiglia che lo conteneva. 
Ho ancora il suo odore addosso, il suo sudore appiccicato al mio corpo come se fosse resina, ma non è l'unico regalo che mi ha fatto, dei segni viola sono la mia collana e sul volto le tracce del mascara sciolto dalle mie lacrime ore prima. 
Ho smesso di piangere adesso, è un po come quando versi l'acqua in un vaso, più di qualche litro traborda, solo che io non sono un vaso, sono un lago che la diga non è riuscita a contenere e la mia acqua è giunta a quel limite che le concede di inondare i villaggi vicini.
Io sono qui ad attenderlo, attorno a me quello che resta dei suoi affetti, pezzi di vetro, gioielli, soldi, libri e quant'altro, tutti ammassati sul pavimento, gettati alla rinfusa ed io perfettamente al centro su quel divano con lo scotch in una mano e una rivoltella nell'altra, nella mia più insana follia lucida.
La chiave gira nella serratura e la luce del salotto si accende, Shaitan è lì davanti a me con la sua consorte infernale, agghindati a festa con abiti su misura che trasudano ricchezza ed odio.

"Daphne, ti avevo detto di rimanere in camera tua! Daphne? Daphne cosa ci fai con una pistola in mano?"

Ascolto solo la voce di mio padre, che la papera rugosa accanto a lui stia già strillando imprecazioni contro di me, non mi interessa.
Il volto di Shaitan è paonazzo, di rabbia questa volta, non è ubriaco, non quanto la sua amante almeno.

"Daphne stai calma!"

Anche i cocci del bicchiere di scotch sono per terra insieme al suo contenuto intonso, ma stranamente Shaitan non se ne cura, guarda me come se mi vedesse per la prima volta. Quella che ha davanti a se non è una ragazzina spaventata, è una donna, è la sua fotocopia, lo stesso odio cieco che alimenta il suo sguardo si è acceso in lei, e sul viso ha un ghigno beffardo e furbo... come una serpe ha cambiato pelle, come uno Kitsune ha cambiato aspetto.

"Cosa c'è papà? Non saluti la tua bambina?"

Il tempo si è fermato, congelato a noi due che continuiamo a fissarci dritto negli occhi, giunti alla resa dei conti.
Sono in piedi davanti a lui, stringo la rivoltella con entrambe le mani, la punto dritta al suo cuore. 

"Lo senti questo rumore papà? è il tuo cuore che batte, è la tua paura. Guarda tua figlia papà, guardami dritta negli occhi perchè sarà l'ultima cosa che vedrai."

So cosa sta provando. Ogni volta che viene da me, ogni volta che apre la mia camera io avverto quella sensazione di chi è condannato a morte e non può che accettare la sua sorte, è la mia paura, è la sua.

"Daphne non puoi!"

"Tre...due...uno..."



La corte condannò a 20 anni di reclusione Sisi Nakamura per l'omicidio di Jin Kim, la donna fu trovata in stato confusionale e ubriaca nell'appartamento, sulla pistola c'erano le sue impronte. Io, Daphne, ero messa così male, sembravo così fragile con quei lividi, con quello sguardo perso nel vuoto, che non fu difficile credere alla mia storia, ero troppo debole per fare male a qualcuno, e del resto i vicini confermarono di aver sentito litigare nel pomeriggio Jin e Sisi piuttosto animatamente. Dopo la morte di Shaitan i suoi beni passarono interamente a me, soldi, appartamento, casa vacanze, persino le sue auto, tutto. 

Forse, dopotutto, cambiare aspetto non è stata poi una scelta sbagliata.





Nessun commento:

Posta un commento