mercoledì 14 maggio 2014

Condemned

Lei ha dovuto fare ogni guerra per essere così forte oggi,
Lei ha dovuto fare tutte le guerre della vita... e anche l'amore.


Daphne devi smetterla di farti male da sola, vuoi farmi morire di paura?

La voce di mio padre arriva alle mie orecchie ovattata, sono ancora assopita, frastornata dalle botte e dalla violenza che si è riversata su di me. Non è la prima volta e non sarà nemmeno l'ultima.

Non si preoccupi Mr Kim, ci penseremo noi a sua figlia.

Non riesco a capire di chi sia la voce, è tutto tremendamente irreale, cerco di muovermi ma qualcosa mi blocca.
Avverto un rumore di rotelle che stridono contro la pavimentazione asettica della clinica Bedlam e mi rendo conto che stanno spostando il mio lettino, attraversiamo il lungo corridoio dalle porte chiuse, le stanze che nascondono contengono segreti che non possono essere svelati al mondo intero.
Quando finalmente giungiamo in quella che sarà la mia camera per qualche tempo vengo lasciata li per ore, non so per quanto, non ci sono finestre, non ho punti di riferimento: probabilmente un'ora, un giorno, una settimana.. Quando finalmente si degnano di venire da me un'infermiera arcigna mi sveglia con qualche buffetto, mi fa sedere sul lettino e va via, tutto in silenzio, nessuno deve parlare con me, è la regola di mio padre.
Finalmente il Dottor Shane entra in camera con un bicchiere d'acqua e tre pillole in mano, due azzurre e una rossa.

Ci rivediamo bambina, proprio non vuoi smetterla di farti del male, guarda cosa ti sei combinata.

Non sono stata io, e lei lo sa.

E invece si piccola mia, smettila con queste fantasie, sai che ti renderebbero la permanenza qui più difficile.

Io non voglio stare qui.

Ma devi, quelli come te hanno bisogno di aiuto e nessuno crederà alle tue fantasie qui dentro.

Mi porge il bicchiere e le pillole, scuoto il capo, non le voglio, non sono malata, non mi sono fatta del male da sola, "è stato mio padre" vorrei urlare, ma non posso, nessuno mi ascolterebbe e così, come ho fatto tante volte, sono costretta ad inghiottire le lacrime e quelle medicine. Il resto si fa confuso... il resto è buio.

Mi sveglio da un incubo, il cuscino bagnato dalle mie lacrime, il sudore che scivola su di me, le mani che tremano, mi guardo intorno, è la mia camera, mia è di nessun altro.
Poso gli occhi sulla volpe che ha intagliato per me John e poi sulla spilla di Shawn e una fitta di dolore si impadronisce di me, non ci sono più, non ci saranno più.
Sul tavolino al centro della sala ci sono i fiori di Brendan, alla fine Celia li ha riportati in camera e nuovamente torna tutto ad essere confuso, Yahn, Brendan, la rabbia...

è quasi come se non avessi rispetto per la fiducia che gli altri ripongono in te.

Quelle parole rimbombano nella mia mente, martellano la mia testa senza pietà, ma infine la vedo, vedo quella bambolina accanto a me, un regalo di una bambina di Bullfinch e forse.. forse c'è speranza.

*****
Il dottor Shane morì molti anni dopo quando Daphne era già una Yiji. Una dose eccessiva di farmaci stroncò la sua vita proprio poco prima di veder nascere il primo nipote, erano pillole azzurre e rosse. Fu un suicidio, l'autolesionismo e la depressione sono difficili da essere domati.



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